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luglio 28, 2008

Grande Mimmo Ferretti

Con quest'ultimo post vorrei chiudere la vicenda dell'OMETTO Mutu che per paura di guadagnare il doppio dello stipendio attuale rimane a Firenze CONTENTO E COJONATO.

ROMA - C’è una società di serie A in cui il tecnico conta più del direttore tecnico. Anzi, conta più del presidente/patron. Un tecnico che, pur di salvaguardare gli interessi della squadra (e dei tifosi), arriva a sorpassare quelli del club, cioè di chi lo stipendia. Questa società si chiama Fiorentina, sei anni fa si chiamava Florentia Viola e giocava in serie C/2, vittima di una brutta storia di soldi. In quella stagione, 2002-03, Cesare Prandelli, l’attuale potentissimo allenatore della Fiorentina, guidava il Parma e della Florentia Viola probabilmente non gli interessava nulla. Oggi, invece, Prandelli è Firenze. La città lo adora, e l’intera dirigenza della Fiorentina, dal patron al presidente fino al direttore tecnico, fanno ciò che vuole lui. Il “caso Mutu” è emblematico: la Fiorentina aveva ceduto il giocatore alla Roma, ma Prandelli, prossimo cittadino onorario di Firenze, ha bloccato tutto. Se Mutu va via, vado via anch’io, ha tuonato. Fiorentina senza Prandelli? Per carità, meglio buttare dalla finestra un mare di soldi che perdere l’allenatore adorato dai tifosi. Così adesso la Roma si trova senza il suo obiettivo di mercato; Mutu che voleva mollare Firenze è costretto a restare a Firenze; Corvino, il diesse viola, è delegittimato; le casse della Fiorentina contano, tra una cosa e l’altra, una trentina di milioni di euro in meno; il patron/presidente non fa una piega di fronte all’ipotesi che il giocatore tra un anno se ne andrà praticamente gratis all’estero grazie all’art.17 della Fifa, ma un vincitore c’è comunque: Prandelli, il simbolo di Firenze. Lunedì scorso, nel tardo pomeriggio, la Fiorentina, tramite il diesse Pantaleo Corvino, comunica alla Roma, cioè al diesse Daniele Pradè, di aver accettato l’offerta (in totale circa 19 mln di euro, bonus compresi), formulata parecchi giorni prima per il cartellino di Adrian Mutu. Le firme sui contratti? Una formalità, tra gentiluomini. Basta uno scambio di fax, non c’è neppure bisogno di vedersi. E i due non si vedono. E i Della Valle? Sanno tutto, hanno dato il loro assenso, nessun problema. Anzi, si sono complimentati con Corvino per la brillante operazione. Pradè comunica la notizia a Luciano Spalletti, in ritiro al ”Bernardini”; Corvino comunica la novità a Mutu. Ti abbiamo ceduto alla Roma. Il rumeno annuisce, soddisfatto. E domani, cioè martedì, non ti devi presentare in ritiro a San Piero a Sieve perchè devi andare a Roma. Lunedì notte, Pradè, Spalletti, e pure Corvino e Mutu, vanno a dormire accompagnati solo da certezze. Martedì mattina, la Fiorentina si raduna per partire alla volta del ritiro del Mugello: Mutu, ovviamente, non si presenta. Ha la febbre, prova a dire qualcuno. Cesare Prandelli prima si preoccupa, poi si stranisce: e Adrian?, chiede a Corvino. Lo abbiamo ceduto alla Roma, la risposta secca. Prandelli la prende malissimo, litiga di brutto con Corvino, lo invita (eufemismo...) a portare al più presto il giocatore a San Piero a Sieve. Prandelli non sapeva nulla della trattativa con la Roma, raccontano. A metà pomeriggio, il febbricitante Mutu arriva in ritiro: Prandelli lo chiude nello spogliatoio di fronte alla squadra, che era stata già informata della cessione. Il tecnico al rumeno rinfaccia di tutto. Pochi metri più in là, Corvino convoca i giornalisti: Mutu non è contento, noi non teniamo chi non è contento, ieri mi sono incontrato con Pradè, la Roma ci ha fatto un’offerta... Di fatto, annuncia la cessione del rumeno alla Roma. Che, ovviamente, non commenta e non smentisce neppure le virgole del discorso di Corvino. Comincia l’allenamento con Mutu in campo, Prandelli discute animatamente con Mario Cognini, il vicepresidente viola, piombato in ritiro dopo la sfuriata del tecnico. Se cedete Mutu, io qui non ci resto, la sintesi di Prandelli. Cognini ne prende atto e, preoccupato, riferisce immediatamente al presidente Della Valle. Così, si sparge la voce che lo stesso De Valle sia in arrivo per “fermare” Mutu: in realtà, deve fermare Prandelli. Non arriverà proprio, Della Valle. E Mutu? Non parla. Mercoledì la Fiorentina si allena a porte chiuse, fuori dai cancelli i tifosi insultano Mutu e acclamano Prandelli, che non molla la presa sul rumeno. Dopo l’allenamento del pomeriggio, la società si arrende al tecnico e, ventiquattro ore dopo aver annunciato la cessione del giocatore alla Roma, annuncia l’incedibilità di Mutu, facendo sparire in un attimo tra soldi romanisti mancati e stipendi del rumeno fino al 2011 non più risparmiati circa 30 milioni di euro. Corvino chiama Pradè, gli comunica la notizia. Ma Mutu, ieri applaudito dai tifosi a San Piero a Sieve, in cambio ha regalato un inchino, non ha ancora firmato niente...
Mimmo Ferretti - Il Messaggero

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